martedì 27 giugno 2017

Scelte



"Larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione.( Mt 7,13)

Le letture di oggi sono ricche di stimoli e ho difficoltà a scegliere ciò che è importante per crescere nella fede, nella speranza, nella carità.
La scrittura è un forziere pieno di cose preziose , ma come spesso accade davanti ad una tavola sontuosamente imbandita ci sentiamo disorientati su cosa scegliere, cosa mangiare per primo.
Mi piacerebbe che fossi tu Signore a scegliere per me ciò che in questo momento mi è utile necessario per questo momento, per quest'ora, per questo tempo che tu mi doni di vivere.
Un tempo dove avevo gli occhi avevo le mani e non avevo difficoltà a scegliere la parte migliore, tanto che di questa abilità si servivano anche i miei più intimi amici, come anche i miei familiari.
Questa attitudine valeva per ogni cosa che mi riguardasse, mi interessasse, tanto che non provavo nessun gusto a godere di un bene che un altro aveva scelto per me.
Era il mio vanto, ciò che mi connotava e mi faceva esistere, trovare sempre ciò che comportava un minimo investimento e mi dava il massimo profitto.
Certo che questa abilità non è per niente evangelica, perchè ho pensato, così facendo di semplificare e arricchire la mia vita senza dare agli altri nulla che non fosse una semplice indicazione dei luoghi e delle modalità per riuscire a fare e ottenere il meglio da qualsiasi cosa.
Ripensando al passato penso di essere stata profondamente egoista, perchè ho sempre rivendicato a me la parte migliore, e la capacità, bravura tutta mia di trovarla e goderla da sola.
Oggi in Vangelo ci parla di porta stretta, di strada disagevole per entrare in Paradiso. Con la modalità di un tempo sicuramente non sarei andata da nessuna parte e mi sarei sicuramente persa.
Allora mai mi sfiorò l'idea che la parte migliore non è quella che appaga gli occhi, il ventre e le tasche, ma l'ascolto della tua Parola come tu Signore dicesti a Marta che si lamentava della non collaborazione della sorella che incantata si era seduta ai tuoi piedi per ascoltarti.
Oggi pendo dalle tue labbra Signore e la scrittura mi mette davanti un peccato che non fu solo dei nostri padri, ma ci fu trasmesso e che continuiamo a fare. Quello di scegliere per primi la parte migliore, partendo da noi e non da te o dalle persone in cui tu ti nascondi e hai deciso di abitare.
Lot scelse la terra più fertile e feconda, Abramo lo permise perchè era certo che tu avresti realizzato la tua promessa.
Permetterti di scegliere al posto nostro, questo vorrei chiederti Signore questa mattina.
Io non so quale sia in questo momento il bene per me, la strada da percorrere giusta per arrivare dove tu vuoi e io voglio perchè so che la tua volontà è volontà di bene.
Una scelta l'ho fatta e su questa non torno indietro, a costo di farmi ammazzare.
Ho scelto te, Signore, come padrone della mia vita, come unico riferimento di ogni decisione. Non voglio più approfittare della mia capacità di scegliere il meglio secondo il mondo, ma il meglio secondo te.
Al giovane ricco tu hai detto che una sola cosa gli mancava, vendere tutto e seguirti.
Io sono ancora tanto lontana da questo obbiettivo che coltivo nel cuore.
Vendere tutto quello che ho ammassato servendomi della mia straordinaria capacità di riconoscere il valore delle cose senza fatica, e appropriarmene.
Mi dico sempre che devo alleggerire la mia borsa, devo ridurre al minimo i miei bagagli altrimenti in quella porta non ci entrerò mai.
Perchè Signore è così difficile espropriarsi delle cose che ci si sono attaccate addosso, tanto ci siamo affezionati ad esse?
Ci sono perle, cose preziose che tu ci dici di mantenere, di non buttare ai porci.
Allora significa che non di tutto dobbiamo spogliarci, che ci sono cose che ci appesantiscono e cose che ci mettono le ali ai piedi.
Allora Signore fammi capire la differenza tra ciò che serve e ciò che è da buttare, aiutami a discernere ciò che dura da ciò che muore, dammi il bagaglio giusto per combattere i nemici e arrivare sana e salva alla meta.
Confido in te Signore, confido nell'aiuto di Maria che ho accolto nella mia casa e che non reclama diritti, se ne sta in silenzio e in attesa che io torni a vivere con lei tutte le occasioni in cui c'è bisogno di ritrovare la gioia.

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