giovedì 22 giugno 2017

PADRE NOSTRO

"Non abbandonarci alla tentazione" (Mt 6,13)

Oggi Gesù ci dice come pregare, a chi rivolgerci, cosa chiedere. Intanto non sprecare parole, che è un consiglio a mio parere molto giusto anche se io non ne sono capace.

Penso che per non sprecare parole è importante sapere, essere convinti, credere che la persona a cui stiamo parlando è Dio nostro Padre, per i meriti di Cristo, in virtù del nostro Battesimo.
Non stiamo quindi parlando ad una persona sconosciuta a cui dobbiamo spiegare tutto perchè ci capisca.
Se per noi è sconosciuta noi non lo siamo per Lui che ci ha creati e siamo suoi e ha pagato per il nostro riscatto il prezzo più alto che un Padre posa pagare per riavere il figlio, perchè il figlio torni a godere dei benefici della sua casa.
Già se ci soffermiamo sulla parola Padre nostro ( non solo mio , che quindi si occupa non solo dei miei interessi, dei miei bisogni, ma di tutti), padre della famiglia in cui Gesù ci ha incorporati con il suo sacrificio, non possiamo che entrare nella sua pace.
E' straordinario come le corde del cuore vibrino, quando questa straordinaria realtà ti entra dentro, raggiunge i gangli vitali del tuo corpo e senti la bellezza, la dolcezza, la consolazione, il conforto, la pace, la gioia, la gratitudine di appartenergli.
Cosa possiamo chiedergli che Lui non abbia già provveduto a darci?
Un padre vede e provvede, un padre prevede, perchè sa ciò che sappiamo e possiamo fare e ottenere con le nostre forze.
Lui ci mette quello che ci manca, come nelle famiglie del mondo che se non hai i soldi per comprarti la casa, quando ti sposi o vai a vivere da solo, la parte più grande la mettono i genitori, quando non te la regalano, se se lo possono permettere.
Tutto ciò che chiediamo nella preghiera che Gesù ci ha insegnato ci è già stato dato e la preghiera serve solo a dire sì, voglio i tuoi regali, voglio il tuo amore, voglio quel pane che mi fa vivere senza preoccupazioni il tempo che mi hai donato, un tempo eterno, un tempo infinito.
Se credo che tu sei Dio e sei mio Padre e che mio fratello è Gesù, è chiaro che non posso che auspicare la realizzazione del tuo progetto d'amore che passa attraverso vie per noi spesso incomprensibili e dure.
Noi vorremmo che il tuo regno si realizzasse senza spargimento di sangue, senza dolore, sofferenza, sacrificio.
Purtroppo ci siamo abituati a chiederti di toglierci le croci di dosso, più che a dire sia fatta la tua volontà.
Quando l'arazzo lo vedi a rovescio ti sembra un grande pasticcio, pieno di nodi, di fili intrecciati.
Il disegno è un guazzabuglio di fili contorti, una negazione della bellezza.
Quando prego, Signore, vorrei salire molto in alto, sopra le montagne, sopra le nubi, vorrei raggiungere i tuoi occhi e il tuo cuore per vedere quello che vedi tu e non smarrirmi.
Perciò abbiamo bisogno ogni giorno di quel pane quotidiano, che è il pane del perdono, dell'amore che non si misura, quel pane che mi ricorda che nonostante i miei dubbi, le mie ribellioni, la mia poca fede, tu continui ad elargirmi a piene mani.
Se potessi percepire quanto è grande il tuo amore ti chiederei solo di non abbandonarmi quando sono tentata di negarlo, quando mi ribello e voglio fare di testa mia.

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