martedì 28 febbraio 2017

GRAZIE



" Non presentarti davanti al Signore a mani vuote"(Sir 35,6)

Ho sempre avuto problemi nel fare i regali, e mi sono sempre premurata per tempo di fare bella figura, che consisteva nello spendere poco  in ciò che sembrava valere molto di più.
Era un modo per pareggiare i conti e averne anche d'avanzo.
La cosa che mi faceva stare più male era sentirmi in debito con qualcuno, per cui lasciavo sempre un margine cospicuo per sentirmi beneficiaria e non beneficata dallo scambio di regali.
Poi è arrivato il Signore e ha sconvolto tutti i miei schemi collaudati, cercati, preparati con cura per non sbagliare.
Il primo a mettermi in seria difficoltà fu uno psicoterapeuta a cui non volevo dare il permesso di prolungare la seduta foss'anche di 5 minuti, perchè non mi piaceva la parte della debitrice.
Ci lavorammo anni per farmi imparare a dire grazie, ad accettare che qualcuno era in credito con me.
Allora il problema da risolvere era vincere la paura di andare sola, malattia che caratterizzò la vita di mia madre dalla quale  fino alla morte, nonostante la fede, non riuscì a liberarsi.
La paura non si vede, non si sente se non ce l'hai addosso e la devi sperimentare per sapere con quale mostro ti trovi a combattere.
E' toccata pure a me questa scomoda eredità che si è aggiunta alle altre di cui avrei fatto volentieri a meno.
A 45 anni mio marito e io cominciammo a frequentare il CEIS, per la prevenzione del disagio giovanile, perché, come genitori, come insegnanti, come cittadini avevamo sentito forte il desiderio di aiutare qualcuno.
Ci spogliarono subito delle nostre velleità, noi che pensavamo di andare a dare il nostro contributo di competenza e di esperienza e buona volontà, ci ritrovammo sui banchi dell'asilo a riflettere su cosa erano i sentimenti perchè non puoi aiutare gli altri se sei pieno di altro, d'ignoranza per esempio.
Ho cercato sul vocabolario la parola, le parole rispondenti a" sentimento" ma ci misi del tempo per capire che la paura come l'odio e  l'amore sono sentimenti da gestire al meglio, non svendere o negarli perchè ti complicano la vita.
"Perchè mi vuole impedire di farle un regalo? " fu la domanda che mi spiazzò sulla quale continuo a riflettere.
Incapacità a dire grazie, a riconoscere all'altro una dipendenza che ti pesa, perchè ti ricorda sempre che ti manca qualcosa.
"Quattro grazie al giorno aiutano a sopravvivere" ha scritto in un libro Mons, Rocchetta, quando non era ancora monsignore.
Ma anche se lo sai, la maggior parte del tempo la passiamo a lamentarci delle cose che ci mancano e a dare per scontate quelle che abbiamo.
La vita è maestra in questo senso, anche se il tempo non è un parametro assoluto e cambia a seconda delle persone, delle situazioni, ecc ecc.
Io mi sforzo di mettere a fuoco quello che c'è per non deprimermi troppo.
Una volta ricordo che all'ora di pranzo non avevamo che uno striminzito avanzo di pasta con le zucchine uscite male e funghi plerotus mollicci e insipidi di quattro giorni prima. Li abbiamo uniti gli avanzi per aumentare la porzione nel piatto, mescolandoli.
È a dir poco incredibile come da due "schifezze" ci esca una cosa buona.
E invece è successo sì che io ho esclamato stupita ma piena di gioia per le conferme della vita al vangelo.
" Ma questo siamo no! Da soli non valiamo niente, insieme siamo una potenza!"
Chi l'avrebbe detto che scopri il valore dell'altro quando ti manca qualcosa, e anche il tuo se è per questo!
A sapere che ci voleva l'unione di più ingredienti difettosi per fare un capolavoro e che quando ti accorgi del tuo bisogno scopri il valore di quello che hai.
La prima preghiera che insegnai a Giovanni, aveva meno di due anni, non fu né un Ave Maria, né un Angelo di Dio, ma " Per che cosa vogliamo ringraziare Gesù?"
La lezione l'avevo imparata così bene che con il piccolo Giovanni, libro di carne recapitatomi per fare gli esami di riparazione sulla trasmissione della fede ( a nostro figlio non gli avevamo insegnato neanche il segno di croce ) ,mi sono messa d'impegno a farmi aiutare da lui, cercarle gli "scintillanti" della giornata insieme.
Dalla preghiera al gioco, dal gioco alla preghiera...
grazie per le patate, per i colori. per il sole, per il parco, per gli amici, per il parcheggio ...
Che tempi e che scoperte con un bimbo che si meravigliava di tutto, tutto era una sorpresa,  tutto un dono!
Così i bambini ti insegnano a vivere il Vangelo, casomai ti scordi di ringraziare e di mettere una sedia per Gesù, così ci si può sedere.
A Dio non possiamo dare niente, capii in queglii anni, perché tutto è suo e  l'unica  offerta possibile è un GRAZIE per ciò che siamo, per ciò che ogni giorno ci dona senza neppure che glielo chiediamo. L'importante è accorgersene

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